Zelensky e l’incubo nucleare: tra provocazioni geopolitiche e notti insonni
- Max RAMPONI
- 25 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min

A quanto pare, Zelensky ha deciso di tenere tutti svegli con l’ultimo suo colpo di scena: o l’Ucraina entra nella NATO, o si considererà l’opzione nucleare. Una minaccia diplomatica che, detta così, sembra più una scena tagliata da un vecchio film di fantascienza, ma qui parliamo di un mondo reale, un mondo in cui immaginare Zelensky – e il suo team – con il dito sul “pulsante rosso” fa venire più di qualche incubo.
Tra retorica e reality show: un nuovo modo di Zelensky di fare diplomazia?
La dichiarazione non è stata casuale. Sappiamo che nel 1994 l’Ucraina aveva rinunciato al suo arsenale nucleare, affidandosi a garanzie di sicurezza. Eppure, con questo ultimatum, Zelensky sembra quasi evocare i “bei tempi” della Guerra Fredda, quando i capi di stato giocavano al “chi ha il missile più grosso.” Solo che qui la posta in gioco è il destino di un’Europa già stressata dalla crisi energetica, dalla recessione e dai conflitti alle porte.
Ma ci serve davvero un’Ucraina nucleare?
L’idea di un’Ucraina che si armi in stile “Ritorno al futuro” ci ricorda quanto il mondo attuale sia lontano dall’essere stabile. Zelensky sa come scuotere l’opinione pubblica, e questa volta lo ha fatto in modo magistrale. Tuttavia, la domanda resta: davvero vogliamo rischiare che qualcuno decida di rifornire il Paese di armamenti nucleari? A guardarci bene, questa minaccia suona come un’arma di persuasione massiccia, più psicologica che concreta. Ma, come si dice, meglio non tentare la fortuna.
La NATO e l’Occidente: rispondere o dormire con un occhio aperto?
Il messaggio di Zelensky è chiaro: non si limita più a chiedere supporto, ma lo pretende. È disposto a tutto pur di garantire la sicurezza dell’Ucraina, anche a rispolverare vecchi arsenali. Una cosa è certa: l’Occidente si trova ora davanti a una scelta tra l’assecondare le richieste ucraine o trovarsi davanti a uno scenario che avrebbe messo in imbarazzo persino le menti più creative della Guerra Fredda.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
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