Troppe Cover Band… Ma le Originali? Dove Sono Finite?
- Max RAMPONI
- 5 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 7 nov 2024

Sono un grande amante dei Pink Floyd. Non c’è bisogno di dire quanto siano stati un pilastro della musica – la loro fama li precede, e basti dire che la loro influenza è ancora così potente da aver generato un’infinità di cover band in tutto il mondo. Questioni legali a parte, non serve presentare i Pink Floyd: chiunque li conosca sa cosa hanno rappresentato e cosa rappresentano ancora.
Tra le tante band ispirate a loro, una in particolare ha saputo ricreare il loro sound con una fedeltà straordinaria: i Brit Floyd, un gruppo inglese che riesce davvero a far rivivere l’atmosfera unica dei Pink Floyd. Chiudendo gli occhi durante un loro concerto, ci si può illudere per qualche minuto di ascoltare i veri pezzi originali, di essere trasportati a quegli anni in cui il genio dei Floyd era vivo e pulsante. È una sensazione potente, che quasi riesce a colmare quel vuoto che i Pink Floyd hanno lasciato dietro di sé.
Eppure, proprio mentre la musica ci avvolge, nasce un senso di malinconia. Per quanto siano bravi, per quanto abbiano studiato ogni dettaglio, i Brit Floyd non sono i Pink Floyd. E non lo saranno mai. E c’è una tristezza sottile, quasi inevitabile, nel constatare che non stiamo ascoltando gli originali, che quella scintilla creativa non è più lì sul palco. È una nostalgia che cresce, una consapevolezza che, per quanto queste cover siano tecnicamente perfette, non possono mai restituire appieno ciò che solo i Pink Floyd sapevano creare.
E poi c’è un’altra verità amara: non c’è stato un vero ricambio generazionale. Oggi, per ascoltare della grande musica, quella che lascia il segno, siamo costretti a tornare ai vecchi gruppi o alle loro cover band. Di nuovo, di innovativo, c’è poco o nulla, e sicuramente nulla che sia all’altezza di chi ci ha fatto sognare, come i Pink Floyd, i Deep Purple, i Led Zeppelin, e tanti altri ancora. Non c’è nessuno che riesca a raccogliere la loro eredità, a farci vibrare allo stesso modo. I componenti di queste grandi band o sono passati a miglior vita, o si avviano lentamente verso il tramonto, e non solo professionale. La vera musica, quella che conta, è detenuta da un gruppo di ultrasettantenni che sono ancora lì, sul palco, a dare tutto. Ma quanto potrà durare? Quanto tempo ci resta per godere della loro presenza, della loro arte?
E le nuove leve? Dove sono? Cosa stanno facendo? Perché non sono capaci di farci "battere il cuore" come un assolo di David Gilmour o di Jimmy Page? Dove sono i nuovi riff capaci di scuotere l’anima, i testi che ti restano dentro? Sembra quasi che il mondo musicale si sia fermato, e ci sia stato tolto il privilegio di poter vivere un’altra grande era musicale. Forse siamo noi ad essere nostalgici, ma la verità è che manca qualcuno in grado di raccogliere l’eredità di questi giganti.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
コメント