La Goulette Italiana: un angolo d'Italia sulle coste tunisine
- Max RAMPONI
- 20 set 2024
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 25 set 2024

Immaginate di trovarvi a La Goulette, all'inizio del XX secolo. Le strade sono strette e polverose, percorse da carri e carretti trainati da asini, mentre il profumo salmastro del mare vi riempie i polmoni. Il vento caldo del Mediterraneo porta con sé l'odore pungente delle reti appena tirate su dai pescatori siciliani, ancora impregnate di pesce e alghe, mentre nell'aria si mescola il profumo del pane fresco, cotto nei forni a legna, croccante e pronto per essere venduto nelle botteghe.
Le voci dei mercanti risuonano in dialetto siciliano, con un'inflessione che è un misto di Italia e Tunisia. I venditori gridano offerte in un misto di arabo e italiano, proponendo pesce appena pescato: sardine, sgombri e polpi ancora guizzanti esposti su bancarelle di legno. Le donne vestite con lunghi grembiuli si affrettano tra le vie, portando grandi ceste cariche di arance e limoni, il cui profumo si diffonde come una scia tra i vicoli.
I bambini giocano scalzi, rincorrendosi tra i vicoli stretti e ombreggiati dalle case basse e bianche, costruite una accanto all'altra. I balconi in ferro battuto sono adornati con panni stesi al sole, e qua e là si sente il tintinnio delle stoviglie nelle cucine, dove le donne preparano il pranzo. L'odore del pesce fritto, condito con una spruzzata di limone, si mescola a quello della pasta con le sarde, un piatto che le famiglie italiane di La Goulette hanno portato con sé dalla Sicilia.
Il rumore delle onde che si infrangono contro le barche ancorate al porto è costante, come il battito di un cuore. I pescatori, con le mani ruvide e segnate dal sale, si siedono all'ombra di una vela improvvisata, raccontando storie di mare e di viaggi. Alcuni fumano lentamente, lasciando che il fumo si mescoli all'aria densa di salsedine e del legno delle barche che cigolano nel porto.
Se chiudete gli occhi, potete sentire le urla dei bambini, il ruggito delle onde, e l'eco di una risata lontana. La vita scorre lenta ma intensa, in un mosaico di lingue, colori e profumi. Siete in Tunisia, ma è come essere in una piccola Sicilia, dove ogni angolo racconta una storia di migrazione, di fatica, ma anche di speranza e di legami mai spezzati con la terra d'origine.
Capitoli nell'articolo:
La nascita della Piccola Sicilia
Gli italiani iniziarono a stabilirsi a La Goulette già dal 1848, quando il primo grande flusso migratorio portò a queste coste pescatori, muratori e piccoli artigiani in cerca di fortuna. La vicinanza della Sicilia alla Tunisia favoriva un costante scambio tra le due regioni, e La Goulette divenne presto un crocevia di culture, con famiglie italiane che si insediarono qui per costruirsi una nuova vita.
L'arrivo degli italiani coincise con lo sviluppo della Tunisia sotto il controllo del Bey di Tunisi, che incentivava il commercio e offriva opportunità lavorative agli immigrati europei. Le terre paludose intorno a La Goulette vennero bonificate, e la comunità italiana iniziò a crescere, occupando terreni lungo il vecchio canale che delimitava il quartiere chiamato Piccola Sicilia. Qui, le famiglie italiane si mescolarono con i locali, ma mantennero vive le loro tradizioni, contribuendo a creare una comunità vibrante che ancora oggi conserva un ricordo indelebile di quell'epoca.
La vita quotidiana a La Goulette Italiana
La vita quotidiana nella Piccola Sicilia era scandita da ritmi semplici ma intensi. Gli uomini lavoravano come pescatori, muratori o artigiani, mentre le donne gestivano la casa e contribuivano alle entrate familiari vendendo prodotti nei mercati. Si parlava italiano, in particolare dialetto siciliano, ma si iniziava a mescolare anche l’arabo tunisino, creando un ponte culturale tra i due mondi.
Le botteghe del quartiere esponevano pane fresco, pesce appena pescato e prodotti tipici siciliani come l’olio d’oliva e il vino. Lungo le strade, i bambini giocavano tra di loro, parlando una mescolanza di lingue che rifletteva la diversità culturale della zona. Le serate si concludevano spesso con il canto dei pescatori o con le famiglie che si riunivano per raccontarsi storie, mangiando pasta con le sarde o il couscous alla siciliana, piatti che mescolavano le influenze italiane e tunisine.
Il Ferragosto e la Madonna di Trapani
Uno degli eventi più importanti per la comunità italiana di La Goulette era la festa di Ferragosto, quando la statua della Madonna di Trapani veniva portata in processione per le vie del quartiere. Questa celebrazione, introdotta dagli immigrati siciliani, aveva radici profonde, e la statua della Madonna di Trapani divenne il simbolo della devozione italiana.
Ogni 15 agosto, gli italiani di La Goulette si radunavano nella chiesa locale per assistere alla messa in onore della Madonna, che veniva portata fuori in processione su un baldacchino dorato. Uomini, donne e bambini seguivano la statua lungo le strade del quartiere, alcuni persino a piedi nudi, per adempiere a un voto o per devozione. La statua, sorretta da una dozzina di uomini, percorreva il tragitto fino a Tunis, accompagnata da canti e musiche, tra cui le tradizionali Ave Maria e gli esultanti yo yo delle donne arabe.
Questa celebrazione non era riservata solo ai cattolici: anche musulmani e ebrei partecipavano alla festa, portando candele o assistendo alla processione lungo le strade. Era un esempio di convivenza pacifica e di rispetto tra diverse comunità religiose, che condividevano non solo lo spazio ma anche momenti di culto e festività.
Il declino della comunità italiana a La Goulette e la sopravvivenza delle tradizioni
Con l’indipendenza della Tunisia nel 1956, molte famiglie italiane decisero di tornare in patria, segnando l’inizio del declino della comunità a La Goulette. Nonostante ciò, la tradizione della Madonna di Trapani rimase viva nella memoria locale, e dal 2017 la piccola comunità cristiana ha ripreso a celebrare la festa, sebbene in forma più ridotta. Oggi, la processione si svolge ancora, con una piccola messa e una celebrazione nella corte interna della chiesa.
La cucina: il legame tra due mondi
Un altro aspetto fondamentale della vita a La Goulette era la cucina. Gli immigrati siciliani portarono con sé le loro ricette, adattandole però agli ingredienti disponibili in Tunisia. Questo ha dato vita a una cucina ibrida, in cui il pesce fresco del Mediterraneo si univa alle spezie tunisine e ai sapori italiani. Il couscous di pesce, piatto tipico della Tunisia, veniva reinterpretato dagli italiani con pomodoro, zafferano e sardine, creando una fusione perfetta tra le due culture
Le famiglie si riunivano la domenica per pranzare insieme, con piatti come la pasta con le sarde, accompagnata da pane croccante e vino locale. I dolci, come le cassatedde siciliane, chiudevano il pasto, portando un tocco di dolcezza a una giornata trascorsa tra il lavoro e la preghiera.
L’eredità italiana a La Goulette
Oggi, camminando per La Goulette, si ha l'impressione di trovarsi in un luogo che racconta due storie contemporaneamente: quella della Tunisia e quella di una comunità italiana che ha profondamente segnato questo quartiere. Anche se molte famiglie italiane hanno lasciato queste coste dopo l'indipendenza della Tunisia, l’anima italiana è rimasta impressa nelle architetture, nei profumi e nei riti. Le case bianche, con i loro dettagli in ferro battuto, sembrano ancora custodire i segreti delle famiglie che le abitavano, mentre il frastuono dei mercati e il vociare della gente mantengono vivo l'eco di un tempo in cui si parlava tanto siciliano quanto arabo.
Ogni angolo di La Goulette porta i segni di una fusione culturale unica. Non si tratta solo di vecchi edifici, ma di un intreccio di tradizioni che ha permeato il tessuto sociale. Qui, la vita non era divisa per nazionalità o religione: italiani, tunisini, maltesi, ebrei e musulmani convivevano, scambiandosi costumi, cibo e linguaggi.
Questo melting pot si riflette ancora oggi nelle abitudini gastronomiche, nei mercati e persino nella musica che si sente per le strade, dove le influenze europee e nordafricane si mescolano in modo indistinguibile.
Il ricordo della Piccola Sicilia non è sbiadito del tutto: la festa della Madonna di Trapani continua a essere celebrata, portando con sé il profumo di candele e l’eco delle preghiere che un tempo univano cristiani, musulmani ed ebrei in un atto di condivisione e rispetto reciproco. La processione non è più quella di una volta, con le folle che si riversavano per le strade e la statua portata trionfalmente sulle spalle fino a Tunisi, ma la sua presenza rimane un segno tangibile di quel passato, un simbolo della resilienza delle tradizioni che legano ancora oggi la comunità.
Ma ciò che forse rimane più forte a La Goulette è la capacità di accogliere. Come il mare che ha accolto le barche dei pescatori italiani, oggi il quartiere accoglie nuove generazioni di tunisini che vivono tra le tracce di quella storia. La convivenza e l'integrazione, radicate nel passato, continuano a essere un valore centrale in questa piccola enclave, rendendo La Goulette non solo un luogo geografico, ma un simbolo eterno di come le culture possono fondersi, senza mai perdere la propria identità.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
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