L'Assolo di Gilmour in Comfortably Numb: Un Patrimonio per l'Umanità
- Max RAMPONI
- 5 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 9 ott 2024

Ci sono suoni che non dovrebbero semplicemente essere ascoltati, ma celebrati. L’assolo di David Gilmour in Comfortably Numb appartiene a quella ristretta élite di capolavori che meritano un riconoscimento universale. Se potessi, lo farei dichiarare Patrimonio dell’Umanità, perché – diciamocelo chiaramente – la vita è troppo breve per sprecare tempo ascoltando musica scadente.
Eppure, quanti di noi sono caduti in quell’errore? Da ragazzi è quasi inevitabile. Si segue il flusso, si ascolta ciò che è "di moda" senza badare troppo alla qualità. Io stesso ho passato anni della mia vita a nutrire le mie orecchie con musica commerciale. Non perché mi piacesse davvero, ma perché era quello che tutti ascoltavano. Era quello che passava la radio, quello che gli amici commentavano, quello che dovevi ascoltare per non essere escluso da certi discorsi.

È un po' come crescere in un mondo dove l'arte è solo un poster sbiadito sul muro di un fast food. Non ti rendi conto di quello che ti perdi fino a quando non ti ritrovi di fronte a un'opera autentica, un capolavoro che ti lascia a bocca aperta. Ecco, questo è quello che mi è successo quando ho scoperto i Pink Floyd, tardi, lo ammetto, quando ormai la band si era già sciolta. Ma come si dice, meglio tardi che mai.
Da allora, la mia vita musicale ha preso una svolta drastica. La superficialità è stata sostituita da una ricerca della profondità, e tra tutte le gemme scoperte, Comfortably Numb è diventato il faro di questa trasformazione.

Non posso però parlare dei Pink Floyd senza rendere omaggio a colui che ne ha posto le fondamenta: Syd Barrett. Il genio folle che, pur essendo uscito di scena troppo presto, ha lasciato un’impronta indelebile. Senza di lui, i Pink Floyd non sarebbero mai stati quello che sono diventati. E chissà, forse è proprio grazie a quel tocco di follia creativa che abbiamo potuto vivere capolavori come Comfortably Numb.
E poi c’è quell’assolo. Non è solo un momento musicale, è un viaggio. Ogni singola nota suonata da Gilmour è una pennellata su una tela invisibile che dipinge emozioni che parole difficilmente possono descrivere. È come se l’assolo parlasse direttamente all’anima, portando con sé una sensazione di malinconia, di abbandono, ma anche di pace.
Ti entra sotto pelle, e una volta che sei catturato da quelle note, non c'è via d'uscita. Lo assorbi tutto, fino all’ultima vibrazione. E se stai guidando, be', dimenticati di spegnere l’auto prima che sia finito. Quando ascolti l’assolo di Gilmour, tutto il resto passa in secondo piano. Arrivi in ritardo? La gente ti aspetta? Pazienza. Sir Gilmour deve completare la sua opera d’arte, e spegnere il motore prima della fine sarebbe un affronto troppo pesante. Parcheggiare può attendere. Non si interrompe un momento del genere. Mai.
Queste sono le piccole gioie della vita che, una volta scoperte, non lasceresti più andare. E mentre aspetti pazientemente che l'assolo finisca, senti l'adrenalina che cresce. È come se una scarica di energia ti pervadesse, più efficace di dieci bibite energetiche. Chi ha bisogno di caffè o Red Bull quando c’è la chitarra di Gilmour? Durante i viaggi in auto, è impossibile addormentarsi ascoltando una musica del genere. Ogni nota ti tiene sveglio, vivo, presente. È il tipo di piacere che ti fa muovere, ti dà quella spinta extra che ti accompagna chilometro dopo chilometro.
E dopo aver passato anni ad alimentarmi di musica superficiale, mi rendo conto che questo assolo è una sorta di riscatto personale. E per quanto il mio approccio alla musica sia cambiato, la speranza non è del tutto svanita. Rimango ancora ottimista, forse in modo ingenuo, che i tre superstiti dei Pink Floyd possano riunirsi, magari con Guy Pratt al basso, e regalarci un ultimo spettacolo. Sarebbe un sogno.
Ma fino a quel momento, continuerò a immergermi nell’universo che Gilmour, Waters, Wright, Mason e, ovviamente, Barrett, hanno creato. È un universo che, per fortuna, non invecchia mai, e che ci ricorda, ogni volta, che la vera musica non è solo da ascoltare.
È da vivere.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
Nota:
Le fotografie che accompagnano questo articolo sono state scattate da Jimmy Baikovicius durante il Rattle That Rock World Tour di David Gilmour a Buenos Aires, tenutosi presso l'Hipódromo de San Isidro.
Le immagini originali possono essere trovate su Flickr e sono distribuite sotto licenza CC BY-SA 2.0. Puoi condividere e adattare le immagini, a condizione di attribuire il giusto credito all'autore e di distribuire eventuali opere derivate con la stessa licenza.
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