Il Diritto alla Disconnessione: Un Mito o una Realtà Possibile?
- Max RAMPONI
- 16 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 17 ott 2024

Il diritto alla disconnessione è l’ultima frontiera di una battaglia sacrosanta: la nostra libertà di non rispondere a email e telefonate aziendali dopo le 18. Sì, perché a quanto pare, la nostra vita privata è diventata un terreno di caccia per i datori di lavoro. La legge proposta promette 12 ore di pura, benedetta libertà. Il problema? Non è ancora approvata, e nel frattempo siamo sempre reperibili come il pronto soccorso.
Essere sempre disponibili: un’arma a doppio taglio
Non fraintendiamoci: a volte essere reperibili può fare la differenza. Rispondere al volo a una richiesta può darti un vantaggio sui competitors, dimostrare che sei sempre pronto, sempre sul pezzo. Ma, e qui arriva il grosso ma, non può diventare un’invasione permanente della tua vita. La tua libertà deve avere un confine chiaro.
Mi è capitato più volte di ricevere email alle 22 o di sentirmi dire: “Ti ho chiamato ma non hai risposto!” Beh, scusa se a quell’ora non ero incollato al cellulare aziendale! Forse stavo dormendo, forse stavo cenando o magari facendo la spesa. Non posso essere sempre lì, pronto a rispondere come un automa. E la cosa incredibile è che queste richieste raramente sono davvero urgenti.
Il paradosso della reperibilità continua
È diventato normale aspettarsi che tu risponda a qualsiasi ora. Ma siamo sinceri, non lavoriamo in un pronto soccorso. Non stiamo salvando vite. Quindi perché diavolo dovremmo rispondere a un'email o a una telefonata alle 22 per discutere di un Excel che potrebbe tranquillamente aspettare fino al giorno dopo?
Essere diligenti e disponibili va bene, ma non significa diventare lo zerbino di chicchessia. La mia vita privata deve venire prima. Quando non sono al lavoro, ho il diritto di essere non reperibile. Di non rispondere. E, francamente, chi non lo capisce ha un serio problema con i confini personali.
Speranze per il futuro: IL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE
Questa legge, se approvata, ci permetterebbe finalmente di spegnere il telefono aziendale senza sensi di colpa. 12 ore di libertà, di pura disconnessione. Nessuna scusa, nessuna urgenza inventata. Perché la verità è che la tua vita fuori dal lavoro esiste e ha un valore. Quindi sì, speriamo che questo diritto alla disconnessione diventi realtà, perché se non lo capiamo ora, rischiamo di rimanere prigionieri del nostro stesso lavoro.
La libertà di dire “No, adesso no” è qualcosa che dovremmo difendere con le unghie e con i denti.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
Nota:
Attualmente, la legge italiana non prevede un obbligo generale di reperibilità per i lavoratori al di fuori del normale orario di lavoro. Quando richiesta, la reperibilità deve essere regolamentata attraverso accordi specifici, come contratti collettivi o accordi individuali, e richiede il consenso del lavoratore. È generalmente limitata a casi particolari, come il settore sanitario o altre situazioni critiche. Al di fuori di questi ambiti, non esiste un obbligo legale che imponga la reperibilità senza una clausola contrattuale.
Tuttavia, la proposta di legge sul diritto alla disconnessione, attualmente in fase di discussione, mira a tutelare i lavoratori dalla connessione continua. L’obiettivo è garantire il diritto a non essere reperibili fuori dall’orario lavorativo, stabilendo una netta separazione tra lavoro e vita privata. In un’epoca in cui la tecnologia permette comunicazioni a qualsiasi ora, è essenziale proteggere i lavoratori dall'iperconnessione costante e dall’invasione della loro sfera personale
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