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Gli Esperti di Niente: Come Tutti Possono Essere un Guru

GURU

Benvenuti nell’era dei guru, dove la competenza è opzionale e l'autorevolezza si misura a suon di “like.” Viviamo in un mondo in cui chiunque può risvegliarsi un lunedì mattina e proclamarsi “esperto.” Bastano un account social, una foto in posa plastica, e qualche hashtag in maiuscolo, et voilà: sei pronto per insegnare agli altri come vivere, amare, lavorare e persino respirare.


La cosa divertente? Questi “esperti” raramente hanno fatto ciò che predicano. Non hanno scalato una vetta, non hanno neanche visto la cima del collinone dietro casa. Ma non importa, perché il valore non si misura in esperienza, bensì in engagement. Un tempo per fare il “guru” occorreva avere qualcosa da dire. Oggi è sufficiente saper fare swipe-up.


Dal Nulla all’Influence in tre mosse: La strategia è sempre la stessa e non fallisce mai. Passo uno: scegli un campo in cui pochi possono contraddirti (meglio se su temi come “energia interiore,” “pazienza cosmica,” o, ancora più vago, “mindset vincente”). Passo due: acquista qualche follower per dare un senso di importanza. Passo tre: inizia a parlare. Molto, a caso, ma con tono deciso. Il trucco è semplice: ripeti cose scontate con convinzione, così che anche l'ovvietà suoni come una grande rivelazione.


Qualsiasi cosa è un business, perfino l’incompetenza. Se una volta era motivo di vergogna, oggi l'incompetenza è la carta vincente. Non sai di cosa parli? Perfetto, sei pronto per vendere corsi online! Che importanza ha l’esperienza quando puoi coprire il vuoto con paroloni alla moda? Il problema, però, è che queste frasi motivazionali da bar sport non sono solo inutili, ma diventano persino dannose. Confondono le acque, spingono le persone a pensare che basti un “buon mindset” per risolvere ogni problema e spianare ogni ostacolo. Così facendo, il vero talento resta nel buio, soffocato da chi brilla solo per numero di follower.


E poi ci sono i “cacciatori di guru.” Triste ma vero, c’è chi ci casca, chi segue questi profeti del nulla con la stessa devozione con cui si segue un culto. Più sono vaghi e ammantati di misticismo digitale, più attirano il pubblico affamato di soluzioni rapide. Questi “discepoli” spesso ignorano il fatto che la saggezza non si misura in storie Instagram, e non basta una frase fatta per affrontare la vita reale.


Dov’è finito il valore della vera competenza? Siamo così annegati nel “personal branding” che la competenza è passata di moda. Imparare qualcosa fino in fondo, sviluppare abilità con dedizione e sacrificio, è ormai roba da romantici senza visione d’impresa. Oggi il “saper fare” è irrilevante: conta solo il “sapersi vendere.” Così, eccoci circondati da una schiera di “esperti” autoproclamati che dispensano verità come caramelle, senza la minima base, ma con una sicumera degna dei migliori ciarlatani.


Insomma, benvenuti nell’era del guru fai-da-te: dove l’esperienza è accessoria e l’arroganza, quella sì, è imprescindibile.

 

© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.

 

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