Addio alla Magia della Fontana di Trevi: Il Nuovo Palcoscenico per Selfie a Spese dell'Arte
- Max RAMPONI
- 9 nov 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Chi pensa alla Fontana di Trevi non può che evocare l’immagine maestosa di uno dei capolavori più ammirati al mondo. Una scenografia barocca unica, il candore del marmo che si specchia nell'acqua azzurra, creando un contrasto di colori che sembra uscito da un dipinto. L’arte e la storia si mescolano in questo angolo di Roma, che ha saputo stregare il mondo, diventando un’icona del cinema. Come dimenticare le scene celebri de La dolce vita di Fellini, con Anita Ekberg che danza nell'acqua, un'immagine rimasta scolpita nell'immaginario collettivo come simbolo di sensualità e libertà? Oppure la magia silenziosa della fontana di notte, quando le luci soffuse la trasformano in una visione quasi surreale?
Ma ecco che, come svegliarsi di soprassalto da un bel sogno, ci ritroviamo faccia a faccia con la triste realtà. La Fontana di Trevi oggi, svuotata della sua acqua, non è altro che un cantiere adornato da una passerella sospesa, un corridoio in plexiglass che taglia a metà la vasca, offrendo ai visitatori la possibilità di calpestare l’intimità di questo monumento e annullare qualsiasi distanza simbolica o estetica. Dimenticatevi i riflessi del cielo sull'acqua, dimenticatevi l'armonia del marmo bianco accarezzato dall'azzurro della piscina. Ora, al suo posto, c'è solo un percorso obbligato, come in un parco a tema, dove l’unico scopo sembra essere quello di avvicinarsi quanto basta per un selfie.
E allora ci chiediamo: a chi è venuta in mente questa brillante idea? L'amministrazione capitolina, guidata dal sindaco Gualtieri, ha giustificato l’installazione della passerella come un progetto temporaneo in vista del Giubileo 2025, una “necessaria” misura di manutenzione e accessibilità (fonte: Sky TG24). Ma l’effetto reale è quello di un’offesa, una svendita all’altare del turismo di massa. Invece di proteggere un’opera d’arte, si è deciso di esporla al degrado della banalità, come se fosse un fondale per turisti frettolosi, pronti a immortalare la loro faccia sorridente accanto a una fontana che, intanto, ha perso tutta la sua magia.
Ci chiediamo: è davvero questo il futuro del nostro patrimonio artistico? Una passerella che consente a chiunque di avvicinarsi, di toccare con mano quello che dovrebbe essere venerato a distanza, di fare l'ennesimo scatto per Instagram. Roma non è Disneyland, e la Fontana di Trevi non è un’attrazione da parco divertimenti. Eppure, sembra proprio questa la visione che l’amministrazione ha deciso di imporre: una città che perde pezzi della propria dignità artistica, che non si cura di preservare la bellezza, ma che la mette in vetrina per il selfie perfetto.
Questa scelta, ammantata da giustificazioni di “accessibilità” e “restauro”, denota solo una cosa: il completo asservimento al turismo mordi e fuggi, la svendita dell'arte all’altare del like facile. Ma se per qualche amministratore la Fontana di Trevi vale solo come scenario per turisti distratti, per chi ama questa città e la sua storia, è molto di più: è un pezzo di anima, è la bellezza che ci ricorda chi siamo.
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E, no, non aspettatevi foto di questo scempio. Mi rifiuto di pubblicare immagini di questa deturpazione. Se qualcuno è curioso di vedere lo spettacolo triste della passerella sulla Fontana di Trevi, faccia da sé: le immagini si trovano in rete, pronte a mostrare l'ennesima trovata turistica di bassa lega. Io preferisco conservare e condividere solo le foto di quando la Fontana era quella di sempre, quella vera, quella che ho ammirato con il riflesso del cielo nell'acqua, intatta e maestosa.
© Max Ramponi, 2024 | Tutti i diritti riservati.
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